Da sempre tra gli strumenti più presenti all’interno delle scelte degli italiani.
Storicamente una scelta spesso scontata nei decenni passati.
Ancora oggi tra le scelte degli italiani hanno una posizione importante.
Nonostante siano cambiate (e di molto) le condizioni generali e dei mercati.
Un quinto circa delle scelte di risparmio finisce in questi strumenti.
In questo articolo spiegherò cosa sono i titoli di stato in parole semplici e quali sono.
Non per tutti infatti sono chiari le loro caratteristiche, anche se magari hanno messo lì i propri risparmi.
Se sei qui probabilmente anche tu vorrai saperne di più.
Chi consapevolmente, chi meno attraverso fondi o ancor di più polizze vita, ha una parte del proprio portafoglio in titoli di stato.
Serve consapevolezza per investire.
Capire quali sono le caratteristiche dei titoli di stato italiani per scelte consapevoli (ed efficaci) per i propri soldi.
Veniamo quindi a chiarire subito cosa sono.
Cosa sono i titoli di stato italiani
Cosa sono i titoli di stato italiani?
Debito emesso dalla Stato, italiano in questo caso, e sottoscritto da investitori istituzionali (banche e fondi pensione ad esempio) e da risparmiatori privati come te e me.
A fronte della promessa di restituzione alla scadenza del prestito si riceve un pagamento periodico di interessi per remunerare l’investimento.
Cosa sono i titoli di stato in parole semplici
Cosa sono i titoli di stato in parole semplici?
Come abbiamo detto è un prestito, fa parte della categoria delle obbligazioni.
E rientra tra esse in quelle governative, emesse quindi da governi e istituzioni pubbliche.
Essendo debito i titoli di stato hanno il vantaggio rispetto alle obbligazioni societarie che lo stato può reperire risorse anche in modo coercitivo presso i propri cittadini, attraverso le tasse.
Le aziende invece devono contare solamente sull’affidabilità dei propri bilanci.
Certo questo da una maggiore affidabilità agli stati, sebbene neanche questi siano immuni dalla possibilità che il prestito ricevuto possa essere non rimborsato, se vanno in default, o ripagato solo parzialmente se il debito viene rinegoziato.
I bilanci contano anche per loro, seppur con più spazio per intervenire (dalle tasche dei cittadini con le tasse).
Argentina per esempio è saltata ormai parecchie volte, come ricorda chi erano state piazzate dalla propria banca.
La stessa Germania, oggi il paese con i bilanci pubblici più affidabili, è fallita due volte il secolo scorso, dopo le due guerre mondiali.
Le condizioni possono mutare nel tempo.
A fronte di queste risorse ricevute lo Stato effettua investimenti che dovrebbero nel lungo termine aiutare lo sviluppo del paese.
Dovrebbe effettuare sarebbe meglio dire alcune volte, perché in alcuni casi viene usato per spesa corrente, la spesa ordinaria e non per effettuare investimenti, peggiorando il proprio bilancio (e quindi l’affidabilità come debitore) nel lungo termine.
Titoli di stato italia
Titoli di stato dell’Italia hanno visto negli ultimi decenni una decrescita della loro valutazione.
Siamo passati da una situazione di grande affidabilità negli anni ’70 con il rating AA (titolo molto sicuro) a una discesa persistente.
Con l’esplosione del debito negli anni ottanta e la sua crescita continua negli anni ’90, 2000 a veder calare la valutazione delle agenzie.
Si è passati alla singola A (titolo ancora affidabile) all’attuale BBB, appena sopra i titoli investiment grade, i titoli ritenuti ancora affidabili prima di quelli più speculativi.
Più debito, peggiore è il pagatore.
Se scendesse ulteriormente alle sole BB sarebbe un bel problema.
Infatti tanti investitori istituzionali come fondi pensione e banche non potrebbero comprarli come fanno ora, e sarebbe da valutare come reperire le risorse (oltre a dover pagare di più di interessi).
Il nostro alto debito ci rende appunto un pagatore meno affidabile, infatti i nostri interessi sono ben diversi da quelli di altri paesi europei più affidabili e con bilanci a posto come Austria e Germania per esempio.
Quali sono i titoli di stato italiani
Titoli di stato quali sono?
Veniamo ora al fornirti un elenco dei titoli di stato italiani oggi presenti.
Capire quali sono le loro caratteristiche
Ne esistono infatti di varie tipologie.
Variano infatti per scadenza, tipo di interessi pagati, struttura.
Partiremo dalle scadenze a breve termine per poi arrivare a quelli a più lunga durata.
Differenziando anche in base alle caratteristiche.
Titoli di stato a breve termine
Titoli di stato a breve termine, partiamo dalle scadenze più corte.
Dai 3 ai 24 mesi.
Se cerchi un titolo di stato a 6 mesi lo trovi qui.
titoli di stato zero coupon
Titoli di stato zero coupon, così gli strumenti a breve termine vengono anche definiti.
Infatti non pagano cedole ma l’interesse è dato dal differenziale tra prezzo di acquisto e rimborso finale. Vengono emessi sotto 100 (in situazione di tassi positivi) e a scadenza rimborsati a 100
Titoli di stato italiani i bot.
Una volta molto utilizzati per destinazione della liquidità, con la caduta dei tassi oggi molto meno.
Sono emessi 2 volte al mese con scadenza 3,6 e 12 mesi.
Sono titoli il cui rendimento come detto deriva dalla differenza tra prezzo di emissione e scadenza.
Come conseguenza delle politiche sui tassi oggi i rendimenti dei BOT sono negativi.
Si paga per prestare soldi.
Considerati uno strumento più sicuro dato la scadenza a breve.
Sono favoriti in fase di salita dei tassi d’interesse dalla bassa duration.
Al contrario in caso di discesa dei tassi sono penalizzati, come avvenuto negli ultimi 30 anni.
Sono liquidabili grazie alla quotazione sulla borsa italiana (MOT) anche prima della scadenza.
Certificati del Tesoro Zero Coupon (CTZ)
I CCT, certificati del tesoro Zero Coupon sono emessi con durate comprese tra 18 e 24 mesi.
Sono sostanzialmente dei BOT con scadenza maggiore, durano qualche mese in più.
Di conseguenza il rendimento è più elevato dei BOT.
Sono quotati sul MOT e quindi liquidabili.
I Titoli di Stato a tasso variabile
Veniamo ai titoli di media e lunga scadenza con tasso variabile.
La cedola può variare nel tempo e non ha una percentuale predeterminata e fissa per tutto il periodo fino alla scadenza.
Certificati di Credito del Tesoro (CCT)
Sono titoli con la durata di 7 anni.
Emessi tramite asta marginale.
Le cedole sono semestrali.
Sono date dal rendimento annuale dei Buoni Ordinari del Tesoro (BOT) a sei mesi.
Rispetto a quanto i BOT hanno dato nell’asta precedente la cedola va moltiplicata per 0,5 e dunque aumentato di una percentuale aggiuntiva (spread) di 15 punti base.
Sulla remunerazione dei titoli incide anche lo scarto d’emissione, dato dalla differenza tra il valore nominale ed il prezzo di emissione.
Sono negoziati sul mercato MOT in modalità corso secco e possono quindi essere liquidati prima della scadenza.
Dato il loro legame con i BOT di breve termine rispetto ai BTP oscillano meno in caso di salita dei tassi.
Certificati di Credito del Tesoro (CCT)
Sono titoli con la durata di 7 anni.
Emessi tramite asta marginale.
Le cedole sono semestrali.
Sono date dal rendimento annuale dei Buoni Ordinari del Tesoro (BOT) a sei mesi.
Rispetto a quanto i BOT hanno dato nell’asta precedente la cedola va moltiplicata per 0,5 e dunque aumentato di una percentuale aggiuntiva (spread) di 15 punti base.
Sulla remunerazione dei titoli incide anche lo scarto d’emissione, dato dalla differenza tra il valore nominale ed il prezzo di emissione.
Sono negoziati sul mercato MOT in modalità corso secco e possono quindi essere liquidati prima della scadenza.
Dato il loro legame con i BOT di breve termine rispetto ai BTP oscillano meno in caso di salita dei tassi.
Titoli di stato analoghi ai cct
Tra i titoli di stato analoghi ai cct ci sono i Certificati di Credito del Tesoro (CCTeu).
Sono titoli solitamente di durata di 7 anni.
Ma non hanno mai di durata inferiore ai cinque anni.
Sono simili ma il riferimento per la cedola semestrale non è il Bot ma l’Euribor a 6 mesi maggiorato di uno spread.
Come per i CCT, sulla remunerazione incide anche lo scarto d’emissione.
Sono negoziati sul mercato MOT anch’essi.
Titoli di stato indicizzati all’inflazione
I titoli di stato indicizzati all’inflazione hanno attirato l’attenzione con l’aumento visto nella stessa nel 2021.
Ma sono presenti da ormai qualche anno.
Vediamo alcuni tipici esempi.
BUONI DEL TESORO INDICIZZATI ALL’INFLAZIONE (Btpi).
Sono titoli a medio-lungo termine con scadenze a 5, 10, 15 o 30 anni, emessi mensilmente.
Garantiscono una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi in Europa aumentando la cedola.
Partono generalmente da un rendimento cedolare generalmente più basso dei pari emissione e scadenza.
Ma se l’inflazione aumenta, come successo nel 2021, si apprezzano nel prezzo per la capacità di aumentare la redditività tutelando dall’inflazione.
Sia il capitale a scadenza che le cedole semestrali aumentano in base all’inflazione.
Sono negoziati sul mercato MOT anch’essi.
BTP Italia
Un esempio è il BTP Italia.
Sono titoli di stato emessi con scadenza a 4 anni che garantiscono una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi in Italia.
Sono titoli con scadenza a 4 anni che garantiscono una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi in Italia.
Sono gli unici Titoli di Stato distribuiti esclusivamente sul mercato MOT prima dell’emissione.
Titoli di stato con cedola fissa
I titoli di stato sono anche presenti con cedola fissa.
La percentuale remunerata rimane uguale nel tempo.
Un vantaggio in discesa dei tassi come negli ultimi decenni.
Un grosso svantaggio, con riduzione del capitale e perdita se si smobilizza prima della scadenza, in caso di aumento dei tassi come possibile e probabile nei prossimi anni.
Titoli di stato italiani btp
Tra i titoli di stato italiani i BTP sono probabilmente i protagonisti.
Emessi con asta marginale con durate che vanno tra i 3 e i 30 anni.
Pagano cedole semestrali a tasso fisso costante.
Più lunga la scadenza maggiori saranno le oscillazioni che hanno sui movimenti dei tassi.
Inoltre non reinvestendo le cedole ma accreditandotele sul conto si pone il problema di come utilizzarle.
Non viene infatti sfruttato l’interesse composto (gli interessi sugli interessi) che si può applicare a fondi e Etf obbligazionari ad accumulazione. Come gli altri sono smobilizzabili sul MOT.
Nuovi titoli di stato italiani
Alcuni nuovi strumenti, o meglio poco conosciuti esistono anche se magari le emissioni restano poche.
Un esempio sono i BUONI OBBLIGAZIONARI COMUNALI (BOC)
Istituiti nel dicembre 1994 e regolamentati nel 1996.
Sono obbligazioni emesse da province, comuni, consorzi, regioni e comunità montane.
Con lo scopo di finanziare investimenti e opere pubbliche.
Non è uno strumento diffuso nei risparmiatori.
Non possono essere inferiori ai 5 anni di durata.
Inoltre queste obbligazioni possono essere convertite in azioni di società possedute da enti locali.
Titoli di stato italiani 2021
Complice la necessità di risorse dalla pandemia Covid nel 2021 sono state introdotte delle novità nei titoli di stato.
Alcune caratteristiche nuove che è bene conoscere.
Vediamo un esempio.
Titoli di stato btp futura
Emesso nel 2021 il BTP Futura introduce delle differenze rispetto al BTP classico.
È previsto un premio fedeltà, collegato alla crescita dell’economia nazionale durante il periodo di vita del titolo.
Un bonus se il PIL del paese cresce ad un determinato livello (stabilito dall’emissione).
Tutto da valutare naturalmente se si concretizzerà.
Altra novità sono le cedole “step-up” con rendimenti fissi crescenti nel tempo.
il BTP Futura presenterà cedole nominali semestrali calcolate sulla base di tassi fissi predeterminati e crescenti nel tempo.
Per esempio la quarta emissione 2021 prevede le seguenti cedole:
- 0,75% dal 1° al 4° anno;
- 1,35% dal 5° all’8° anno;
- 1,70% dal 9° al 12° anno.
Con l’inflazione media che come target BCE è intorno al 2%, e l’anno scorso in Italia è stata del 3,9% è molto complicato però il rendimento reale a scadenza (interessi – inflazione) dia un risultato positivo, nonostante ci sia stata una grande interesse dai risparmiatori.
IN CONCLUSIONE
Spero che questa carrellata sui titoli governativi italiani ti sia stata di aiuto.
Mi auguro che ora grazie a questo articolo ti siano chiari quali sono e le loro caratteristiche e abbia trovato le risposte che cercavi.
Essendo obbligazioni anche i titoli di stato italiani hanno i rischi relativi a quegli strumenti.
La conoscenza dello strumento è il prerequisito per poter investire con successo.
“Investi solo in quello che conosci” citando Warren Buffett.
In un sito che tratta di finanza non può mancare.
Fammi sapere cosa ne pensi lasciando un commento all’ articolo, o semplicemente come se ti è stato utile.
Così potrò risponderti direttamente.
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